Giulio Formenti, dottorando in Scienze Ambientali

Lo scorso anno, dopo una petizione, l’Università degli Studi di Milano ha aumentato l’importo netto della borsa di dottorato di 200 euro netti al mese, e quest’anno l’aumento si è esteso anche all’interno dei consorzi con altre università.

Purtroppo quasi tutti gli altri dottorandi italiani sono pagati ancora 1000 euro al mese, cifra tristemente nota per essere tra le più basse d’Europa.

Se l’investimento lo fa una singola università non serve al sistema-paese. Dieci anni dopo l’ultimo aumento, rivolgiamo un appello alla Ministra Valeria Fedeli perché adegui le borse dei giovani ricercatori italiani agli standard internazionali. I fondi si possono e si devono trovare, ad esempio attingendo al “tesoretto” di IIT, del quale basterebbe una piccola frazione per coprire l’aumento, e che la Ministra ha già promesso di usare a favore dei giovani ricercatori¹.

È noto che la spesa in ricerca non è un costo bensì un investimento-chiave per lo sviluppo^2,3. Il futuro della ricerca italiana parte dalla qualità dei suoi ricercatori. Noi dottorandi, con il nostro lavoro e il nostro impegno, contribuiamo sensibilmente al successo e al prestigio dei nostri atenei. Per un sistema universitario che voglia eccellere in Europa e nel mondo questo apporto è fondamentale.

Con questa petizione i sottoscrittori richiedono quindi alla Ministra Fedeli di innalzare l’importo minimo della borsa di dottorato in tutta Italia, seguendo l’esempio delle poche università pubbliche che lo hanno già fatto^4,5.

Si tratta di un modesto sforzo economico per avere in cambio un Grande Paese.

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